Tra i tanti mestieri del Cilento ve ne erano di quelli a posto fisso, con regolare bottega, altri itineranti. Molti, anche bravi artigiani, giravano da casolare a casolare offrendo le loro prestazioni, ricavandone modesti guadagni consistenti in pochi soldini o, normalmente, in generi in natura.
Alcuni di quei mestieri consistevano sulla semplice prestazione manuale, altri nel baratto di merci, altri ancora in vere e proprie compravendite.
`U Conzapiatti
Il conciapiatti girava per le campagne dove veniva impiegato nella riparazione di piatti, scafe, vasi di terra cotta e ruagne (vasellame di coccio) rotti. La bravura consisteva nel bucare i cocci, con un trapano ad arco, e attaccare con mastice di gesso e filo di ferro, in modo da renderli ancora efficienti. La semplice riparazione di un piatto, che poteva essere usato ancora per anni, per il prezzo che richiedeva, era sempre
meno costosa che comperarlo nuovo. Tuttora, nei vecchi vasci, locali terranei, si trovano vecchi oggetti riparati dal conzapiatti, sicuri reperti di museo della cultura contadina. All'occorrenza `u conzapiatti si prestava anche a riparare gli ombrelli.
I conciaombrelli, specie nelle botteghe a posto fisso, erano i barbieri che avevano singolare maestria per quelle riparazioni. Ma il conzambrelli ambulante portava la sua opera a casa del cliente, riparando ombrelli che da anni venivano usati, sino ai limiti delle loro possibilità. Poi alla fine, dallo stesso conciaombrelli, veniva acquistato un nuovo ombrello che, per la maggior parte dei casi, trattavasi di uno degli ombrelli usati che l'ambulante portava sulle spalle.